Si parte intorno alle 16:00 (e intorno è la parola giusta, perchè una volta arrivati sul suolo egiziano, dimenticate cos'è la puntualità) a bordo di un minibus ci dirigiamo verso il deserto, dopo aver passato il posto di blocco della polizia che controlla i nostri documenti.
Perchè, come ci spiega diligentemente la guida, esistono due tipi di visto, uno valido per la sola penisola del Sinai (uno dei privilegi che gli Israeliani hanno ottenuto quando l'Egitto ha ripreso possesso di questi territori) e un visto valido per tutto l'Egitto (quello che generalmente hanno gli europei che arrivano quaggiù). Non si percorre molta strada, una ventina di km, quasi tutti sull'autostrada che collega Sharm con Taba (e costruita dagli Israeliani nel periodo della loro permanenza in loco).
L'ultimo tratto è sterrato e ci porta ad un villaggio beduino, che ormai non è più composto da tende, ma da casupole in mattoni, calce e lamiere; anche perchè molti beduini ormai sono diventati stanziali (soprattutto nei pressi delle località turistiche). Attraversando il villaggio, vediamo capre e cammelli (ma sarebbe più giusto dire dromedari) che brucano di tutto, plastica compresa.
Ci fermiamo ad un punto di raccolta e scendiamo dal minibus, c'è molto vento, il tempo di scattare qualche foto e ci accingiamo a salire sui dromedari, il bastio di legno foderato da coperte (sulla cui pulizia non mi soffermo a riflettere) e affidati ad un componente del villaggio (ognuno di essi conduce due dromedari) che li fa alzare dalla posizione di riposo uno alla volta e inizia la nostra "cammellata" di circa 30 minuti... e seduta da lassù comprendi a pieno perchè li chiamano "navi del deserto".
La passeggiata si interrompe ai piedi di alcune alture, dalle quali vediamo tramontare il sole, scendendo ci soffermiamo presso un'acacia spinosa, unico albero che riesce a crescere in questi luoghi, e i cui rami furono usati per confezionare la corona di spine del profeta Gesù (testuali parole della guida).
Risaliamo sui cammelli, e percorriamo la strada in senso inverso. Arrivati al villaggio, ci fermiamo sotto la "tenda beduina" per ascoltare la guida che ci illustra le usanze di questo popolo, ci viene servito del te (fatto con acqua minerale, come ci assicura la guida) segue l'esposizione della loro mercanzia, e della cena.
Nel frattempo si è fatto buio, il vento caldo è diminuito un pò, ci serviamo presso un buffet di riso, insalata di cetrioli e pomodori, stufato di patate, e carne arrostita (pollo e salsiccia di manzo, oppure capra), ci sediamo sui cuscini sparsi su tappeti di stoffa (sapete quelli fatti con tanti pezzetti colorati cuciti insieme a mò di nastro) il pane è forse la cosa più caratteristica perchè è quello cotto in un forno tondo ed è composto solo di sale, acqua e farina.
Da bere acqua, pepsi e tè. Mangiamo tra una chiacchiera e l'altra, al lume di candela, per chi vuole dopo la cena sono stati approntati dei narghilè, ma noi (che nemmeno fumiamo) ci accontentiamo di ammirare il cielo stellato, veder sorgere il grande carro e, fortunati per l'assenza della luna, ammiriamo la via lattea.
Unico neo a sud l'inquinamento luminoso della città di Sharm. Alle 21:00 circa è buio pesto, risaliamo sul minibus e rientriamo in albergo, l'esperienza è stata, tutto sommato, positiva e ci ha lasciato un orma serena nel cuore.
(to be continued)
Dev' essere stato entusiasmante e bellissimo, soprattutto per chi è abituato alla vita di città o periferia. E sì, credo proprio siano delle belle sensazioni!
RispondiEliminaUn abbraccio. Massimo.
Ho un amico che fino a qualche anno fa organizzava delle spedizioni nel deserto. Rimanevano lì anche per una ventina di giorni, vivendo accampati.
RispondiEliminaIo, magari, preferirei una soluzione come la tua. :)
Deve essere emozionante la cammellata... :-))
RispondiEliminaUn abbraccio .... ;-)
@massimo, sicuramente un'esperienza diversa dal nostro quotidiano :-)
RispondiElimina@dyo, 20 giorni nel deserto? con poca acqua e caldo infernale? Non fà per me!
@andrea, suprattutto se soffri di mal di mare ...;-)
Wow! ballano molto quei cammelli?? Io non soffro il mal di mare.. ma un po' di mal d'auto..
RispondiEliminaAspetto il resto dei racconti allora.. Le foto sono bellissime e mi hanno messo un po' di curiosità ;)
favoloso, un viaggio bellissimo compliemnti
RispondiEliminail tuo primo deserto...?
RispondiEliminala prossima volta, se ti capita, ti consiglio di passarci la notte. a me quella prima volta è rimasta scritta sulla pelle...
un bacio e ben rientrata
@Sole, praticamente ondeggi avanti e indietro ma non in linea retta bensì oblicua. fortunatamente neanche io sofro di mal di mare :-)
RispondiElimina@gunther, benvenuto. Beh! era un'esperienza che bisogna fare :)
@kleys, il deserto è un ambiente a noi completamente estraneo, è naturale restarne colpiti. Bacio anche ate ;)
Ti sei portata a casa delle rose del deserto?
RispondiEliminaSono bellissime.
@dyo, no perchè non ero sicura del fatto che si potessero esportare, e quindi non sapendo ho evitato. Ma mia cugina mi ha detto che le vendono anche nei negozi ecosolidali, quindi se proprio mi viene lo sfizio le cercherò là.
RispondiEliminaSuggestivo, anche se molto "turistico". Mi piacerebbe tanto vedere il deserto!
RispondiElimina@alia, infatti. Ma in certi posti è così, sonodei vacanzifici.:-)
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