venerdì 30 settembre 2011

Istinto vs razionalità

A me capita spesso quando conosco qualcuno di "sentire a pelle" delle sensazioni nei suoi riguardi, ed il più delle volte queste sensazioni vengono confermate nel tempo.
Mi è capitato di conoscere una persona, con molte qualità positive, il mio istinto però mi diceva che quella persona non mi piaceva ... per carattere non sparo a zero sulla gente, la osservo e poi traggo conclusioni, quindi ho aspettato, valutato e malgrado questa nota di fondo non trovavo nulla che non andasse, e allora mi sorge il dubbio anche che la mia sia invidia, perché questa persona è apprezzata da tante altre.
Passa il tempo e mi sforzo e me la faccio piacere, ripeto non riuscivo a trovarle un difetto ... poi, poi succede una fatto che coinvolge non solo me e questa persona si comporta in un modo che io aborro.
Per dirla con un detto Napoletano "ci si inzuppa il pane" cosa significa? Che in una situazione da cui non sei coinvolto direttamente ti intrometti solo per gustarti lo spettacolo, allo stesso modo di chi mangiando accanto a te prende un pezzo di pane e fa la scarpetta nel tuo piatto senza chiederti il permesso.
Ci sono rimasta malissimo, e ho riflettuto a lungo ... alla fine devo dare ragione al mio istinto e non alla razionalità. Il mio istinto non sbaglia .. quasi mai.

martedì 20 settembre 2011

Girelle di pane

Ormai è un rito, tutte le settimane tra la domenica ed il lunedì faccio il rinfresco della mia Pasta Madre e poi panifico. Al momento sto utilizzando la farina di grano duro comprata in Sicilia, e il rinfresco lo faccio unicamente con quella; però per queste girelle ho utilizzato la farina "0" di grano tenero e lasciato l'impasto molto morbido.
Il risultato mi è piaciuto e dato che è molto facile realizzarle, penso che prossimamente le farò anche in versione dolce.


Ingredienti:
  • 100 g di PM
  • 400 g di farina di grano tenero "0"
  • 6 g di sale (circa)
  • un pizzico di zucchero
  • acqua q.b.
  1. Sciogliere in una terrina la PM con acqua a temperatura ambiente (circa 26°C)
  2. Aggiungere la farina, il sale e lo zucchero. Iniziare ad impastare.
  3. Unire man mano l'acqua necessaria ad ottenere un impasto morbido e lavorarlo per circa 10 minuti.
  4. Coprirlo e lasciarlo lievitare finché non avrà raddoppiato il suo volume.
  5. Versare un pugno di farina sulla spianatoia. Prelevare l'impasto ed infarinarlo, poi col mattarello stenderlo ricavando un rettangolo con spessore di circa 1,5 cm.
  6. Versare sul rettangolo di pasta le verdure (in questo caso era cavolo cappuccio rosso stufato). avendo cura di lasciare circa 5 cm liberi.
  7. Unire anche semi di girasole e sesamo. Arrotolare l'impasto su se stesso e chiudere bene i bordi.
  8. Tagliare a fette spesse 2 dita e posizionare su una teglia da forno, cospargere con semi di sesamo. Infilare nel forno spento e far lievitare per altre 3 ore circa.
  9. Cuocere a 180 °C per circa 40 minuti. Lasciar raffreddare e servire con accompagnamento di insalata.


venerdì 16 settembre 2011

Tovaglioli e fazzoletti


Tanti anni fa, ero ancora un'adolescente, insieme alle mie sorelle più piccole decidemmo di dare nuova vita ai tovaglioli delle tovaglie che non utilizzavamo (dato che erano stati soppiantati dei tovaglioli di carta) e così scelti quelli più opportuni vi ricamammo dei soggetti legati alla cucina e poi li unimmo con delle strisce ad uncinetto. Venne fuori una tovaglia originale.
A distanza di anni, mi ritrovo nella stessa situazione a casa mia però, dove siamo solo 2 persone e ho tovaglie da usare in surplus, ed in più non ho il problema di essere in 10 e quindi impattare enormemente sul bucato. Quindi ho deciso che alla carta assorbente da cucina ed i tovaglioli in carta, vengono preferiti i tovaglioli in stoffa, d'altro canto ne ho almeno 6 per ogni tovaglia è un vero peccato non utilizzarli.

Stessa cosa dicasi per i fazzoletti, sarà pure vero che quelli in carta (purché usati per 1 sola soffiata) sono più igienici, ma sapete quanta cellulosa viene utilizzata per ottenerli? Io no, ma è già qualche tempo che ne porto 1 o 2 in borsa. Può sempre tornare utile perché oltre al classico uso, un fazzoletto in stoffa può essere usato anche come benda di emergenza cosa che col fazzoletto in carta non puoi fare.
E adesso che rifletto un'attimo vedo altri modi per utilizzare quei "fazzolettini da signora" che erano solo per bellezza ... restate connessi e ne saprete di più. 
Sarà una piccola cosa, ma mi fa stare meglio. Che dite è abbastanza ecozoico da meritarsi un'etichetta ad hoc?

PS: Le immagini sono state prese in rete. Se agli autori non è cosa gradita, le rimuovo.

mercoledì 14 settembre 2011

La via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni ... comprese le mie


Mai proverbio è stato più azzeccato di questo.
L’idea era quella di mettere insieme un po’ di persone che in comune hanno l’essere vegan o che sono interessate a questo modo di vedere il mondo, e devo dire che i due incontri a cui ho partecipato mi son piaciuti, perché al di là delle differenti visioni e sfumature di intendere l’essere vegan, si sono rivelate occasioni per dialogare con tranquillità nel rispetto dell’altro.
Con l’arrivo di settembre si pensava di replicare, ma ci siamo fatti i conti senza l’oste, non starò a parlare di cose che conosco poco quali i motivi per cui Sauro Martella ha citato in giudizio tre attivisti vegan, non voglio entrare nel merito visto che quelle poche cose che ho letto sono intrise di astio.
Fortunatamente non tutte le persone con cui ne ho parlato viaggiano su quella lunghezza d’onda, c’è chi ha deciso di interrompere la sua collaborazione con Veganblog chi scrivendo direttamente a Sauro, chi esponendo le sue motivazioni con pacatezza e chiarezza, esprimendo i suoi dubbi sul rapportarsi della direzione di VB verso i suoi collaboratori, e fin qui tutto ok… ma certe esternazioni sul vile denaro, hanno provocato la reazione di chi si è sentito tirato in causa per i capelli.
Quello che è accaduto dopo non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto che un mezzo che era nato solo per condividere esperienze in armonia, sia degenerato in discussioni più o meno accese.
Non mi è piaciuto perché mi sono sentita “presa in mezzo” e strattonata, e quando accade ciò mi fermo e mi tiro fuori, prendo le distanze in modo da poter avere una visione completa e meno caotica.
Al di là del fatto che quando sono a casa accendo poco il PC, ho letto questo scambio di e-mail solo lunedì sera, e ho preso tempo, ma anche questo deve scontrarsi con la visione altrui. Una mia amica dice “tra i due litiganti … fatti i cazzi tuoi” perché il rischio è di prenderle da entrambi, ed infine oltre a sentirmi bacchettata dai contendenti, mi resta l’amaro in bocca per i risvolti che ha avuto l’intera faccenda.
È certo che se rileggo certe frasi di alcune e-mail, bolle il sangue pure a me, perché non accetto di essere indicata come peones, ho frequentato VG prima di iscrivermi e sapevo bene che c’erano pubblicità e che lo facevo gratis, nessuno mi ha mai allettato con la possibilità di essere pagata per le ricette che ho pubblicato.
Che le ditte pubblicizzate non operino a tutto campo nel vegano, sinceramente non lo so. Ma a me non è mai capitato viaggiando tra un link e l’altro di imbattermi in pagine che palesemente pubblicizzavano l’uccisione e lo sfruttamento degli animali.
Mi son presa la briga di leggere il protocollo VeganOK, dopo essermi ovviamente debitamente informata, e su questo avrei qualcosa da ridire, ma già l’aver introdotto la cut-off-date è un passo avanti. Personalmente non ho mai creduto molto nelle certificazioni, siano esse gratuite che a pagamento, non mi lascio incantare da un marchio, perché per me non è importante un solo aspetto degli alimenti e dei prodotti che entrano in casa mia, io leggo sempre le etichette, perché sono intollerante al latte, perché non voglio certe molecole nel mio bagnoschiuma o nel mio dentifricio e altre menate del genere, ma cerco per quanto possibile di guardare sempre il lato positivo di una faccenda…allora mi domando: “… e se Sauro avesse agganciato queste ditte onnivore certificandone solo qualche prodotto, con la speranza di fargli aprire gli occhi su un mercato in via d’espansione, e quindi spingerli nella direzione vegan?” Certo nessuno fa niente per niente, e se ci ricavasse degli introiti non mi scandalizzerebbe di certo.
Se nella “filosofia” di Vegablog non ci fosse stata un’apertura verso gli onnivori, io oggi non sarei quasi vegan e il mio compagno non sarebbe quasi vegetariano. C’è chi ha contestato anche questo, ed il fatto che gli “chefs” poi non sono chefs ma persone comuni… ma non si inganna nessuno, in ogni profilo si può vedere che siamo persone comuni che ci dilettiamo in cucina e a cui piace l’idea di pubblicare un qualcosa che ha una grossa possibilità di essere visto e commentato … gli chefs di VB non vengono pagati, ma forse non glie ne frega nemmeno, gli basta avere visibilità, scambiare opinioni e consigli. Se a me non brucia che le mie ricette non mi vengono pagate, scusate ma perché deve importare a pinco e a pallino? Certo è che tutto sto cancan attorno a quest’argomento mi costringono a fermarmi un attimo e a riflettere bene, certe cose ho bisogno di farle sedimentare e questa mi sa che è una di quelle, nel frattempo se mi capiterà mi informerò e ne parlerò in privato con altri.
Spero solo di trovare apertura mentale e disponibilità al dialogo, e sia chiaro per me VB non è il verbo dei vegan, io continuerò a relazionarmi con A, B, e C anche se non vogliono fra più parte di quella “community” perché per me non è una setta (come qualcuno ha affermato) ho conosciuto delle belle persone di cui rispetto le decisioni, mi aspetto lo stesso rispetto nei confronti delle mie.

PS: a questo post ho deselezionato i commenti, prendetelo come uno sfogo. Se qualcuno ha qualcosa da dirmi lo faccia in privato.

sabato 10 settembre 2011

Alla fiera dei porri: Torta salata


Questa torta è stata fatta un pò di tempo fa, e oggi l'ho solo scorporata dall'altro post in cui era in quanto stò risistemando le mie ricette e separando quelle vegan da quelle non vegan. :)

Torta salata ai porri


  • Porri
  • ricotta di soia
  • 1 uovo
  • basilico secco
  • timo secco
  • sale
  • pasta sfoglia
  • olio per la teglia
  • semi di papavero
1.     Pulire i porri, tagliarli a pezzetti e metterli in una capiente casseruola ad appassire con la sola acqua di vegetazione (se proprio serve aggiungere una tazzina) fuoco al minimo e incoperchiati.
2.     Aspettare che si raffreddino un pò, in una terrina unire i porri, la ricotta, le spezie, il sale ed i semi di papavero.
3.     Stendere la pasta sfoglia in una teglia da forno, bucherellarla e versare il ripieno pareggiandolo.
4.     Arrotolare i bordi, cospargere di semi di papavero ed infornare a 200 °C per circa 40 minuti. Servire tiepida.