mercoledì 14 settembre 2011

La via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni ... comprese le mie


Mai proverbio è stato più azzeccato di questo.
L’idea era quella di mettere insieme un po’ di persone che in comune hanno l’essere vegan o che sono interessate a questo modo di vedere il mondo, e devo dire che i due incontri a cui ho partecipato mi son piaciuti, perché al di là delle differenti visioni e sfumature di intendere l’essere vegan, si sono rivelate occasioni per dialogare con tranquillità nel rispetto dell’altro.
Con l’arrivo di settembre si pensava di replicare, ma ci siamo fatti i conti senza l’oste, non starò a parlare di cose che conosco poco quali i motivi per cui Sauro Martella ha citato in giudizio tre attivisti vegan, non voglio entrare nel merito visto che quelle poche cose che ho letto sono intrise di astio.
Fortunatamente non tutte le persone con cui ne ho parlato viaggiano su quella lunghezza d’onda, c’è chi ha deciso di interrompere la sua collaborazione con Veganblog chi scrivendo direttamente a Sauro, chi esponendo le sue motivazioni con pacatezza e chiarezza, esprimendo i suoi dubbi sul rapportarsi della direzione di VB verso i suoi collaboratori, e fin qui tutto ok… ma certe esternazioni sul vile denaro, hanno provocato la reazione di chi si è sentito tirato in causa per i capelli.
Quello che è accaduto dopo non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto che un mezzo che era nato solo per condividere esperienze in armonia, sia degenerato in discussioni più o meno accese.
Non mi è piaciuto perché mi sono sentita “presa in mezzo” e strattonata, e quando accade ciò mi fermo e mi tiro fuori, prendo le distanze in modo da poter avere una visione completa e meno caotica.
Al di là del fatto che quando sono a casa accendo poco il PC, ho letto questo scambio di e-mail solo lunedì sera, e ho preso tempo, ma anche questo deve scontrarsi con la visione altrui. Una mia amica dice “tra i due litiganti … fatti i cazzi tuoi” perché il rischio è di prenderle da entrambi, ed infine oltre a sentirmi bacchettata dai contendenti, mi resta l’amaro in bocca per i risvolti che ha avuto l’intera faccenda.
È certo che se rileggo certe frasi di alcune e-mail, bolle il sangue pure a me, perché non accetto di essere indicata come peones, ho frequentato VG prima di iscrivermi e sapevo bene che c’erano pubblicità e che lo facevo gratis, nessuno mi ha mai allettato con la possibilità di essere pagata per le ricette che ho pubblicato.
Che le ditte pubblicizzate non operino a tutto campo nel vegano, sinceramente non lo so. Ma a me non è mai capitato viaggiando tra un link e l’altro di imbattermi in pagine che palesemente pubblicizzavano l’uccisione e lo sfruttamento degli animali.
Mi son presa la briga di leggere il protocollo VeganOK, dopo essermi ovviamente debitamente informata, e su questo avrei qualcosa da ridire, ma già l’aver introdotto la cut-off-date è un passo avanti. Personalmente non ho mai creduto molto nelle certificazioni, siano esse gratuite che a pagamento, non mi lascio incantare da un marchio, perché per me non è importante un solo aspetto degli alimenti e dei prodotti che entrano in casa mia, io leggo sempre le etichette, perché sono intollerante al latte, perché non voglio certe molecole nel mio bagnoschiuma o nel mio dentifricio e altre menate del genere, ma cerco per quanto possibile di guardare sempre il lato positivo di una faccenda…allora mi domando: “… e se Sauro avesse agganciato queste ditte onnivore certificandone solo qualche prodotto, con la speranza di fargli aprire gli occhi su un mercato in via d’espansione, e quindi spingerli nella direzione vegan?” Certo nessuno fa niente per niente, e se ci ricavasse degli introiti non mi scandalizzerebbe di certo.
Se nella “filosofia” di Vegablog non ci fosse stata un’apertura verso gli onnivori, io oggi non sarei quasi vegan e il mio compagno non sarebbe quasi vegetariano. C’è chi ha contestato anche questo, ed il fatto che gli “chefs” poi non sono chefs ma persone comuni… ma non si inganna nessuno, in ogni profilo si può vedere che siamo persone comuni che ci dilettiamo in cucina e a cui piace l’idea di pubblicare un qualcosa che ha una grossa possibilità di essere visto e commentato … gli chefs di VB non vengono pagati, ma forse non glie ne frega nemmeno, gli basta avere visibilità, scambiare opinioni e consigli. Se a me non brucia che le mie ricette non mi vengono pagate, scusate ma perché deve importare a pinco e a pallino? Certo è che tutto sto cancan attorno a quest’argomento mi costringono a fermarmi un attimo e a riflettere bene, certe cose ho bisogno di farle sedimentare e questa mi sa che è una di quelle, nel frattempo se mi capiterà mi informerò e ne parlerò in privato con altri.
Spero solo di trovare apertura mentale e disponibilità al dialogo, e sia chiaro per me VB non è il verbo dei vegan, io continuerò a relazionarmi con A, B, e C anche se non vogliono fra più parte di quella “community” perché per me non è una setta (come qualcuno ha affermato) ho conosciuto delle belle persone di cui rispetto le decisioni, mi aspetto lo stesso rispetto nei confronti delle mie.

PS: a questo post ho deselezionato i commenti, prendetelo come uno sfogo. Se qualcuno ha qualcosa da dirmi lo faccia in privato.