sabato 17 maggio 2008

Il mattino dopo

Nuvole nere si addensavano all’orizzonte. Il vento soffiava freddo per quel periodo dell’anno portando effluvi alle sue narici. Tirò su la lampo della giacca in pelle e raddrizzò il bavero per proteggere il collo e la nuca. Nell’abbandonare il rifugio, aveva maldestramente dimenticato il cappello, e adesso lo rimpiangeva; quell’oggetto non rappresentava solo una protezione dalle intemperie e dal sole, ma le serviva per mimetizzarsi meglio.
Qualche anno addietro, quando ancora c’era la speranza di riuscire a sovvertire quel regime assurdo, aveva avuto molti nascondigli a cui attingere quello di cui lei ed altre come lei avevano bisogno, anche perché molti gli uomini non avevano aderito subito a quelle leggi, ma poi la paura delle torture e la convenienza avevano fatto il loro gioco, e ormai non ci si poteva più fidare di loro.
Anche se erano passati solo dieci anni da quel maggio infuocato, non c’erano più tracce di quella che era stata il paese in cui era nata, ormai quella penisola a forma di stivale era diventata una provincia mussulmana in cui chi non si piegava alla legge dell’Islam aveva solo due alternative vivere in clandestinità o morire.
Un sorriso amaro le sfiorò le labbra perchè a pensarci bene l’alternativa era una sola, vivere in clandestinità significava la morte se venivi catturata, e malgrado tutto lei non aveva nessuna intenzione di morire. E dire che non era mai stata una di quelle fanatiche femministe, voleva il giusto riconoscimento per i propri meriti ma non a costo di snaturarsi, eppure adesso doveva imitare il comportamento dell’altro sesso per non farsi scoprire, a ruttare e sputare per terra per quanto non le piacesse, era riuscita ad imparare, ma per grattarsi le palle e pisciare in piedi era stato un po’ più difficile, ma un lampo di genio le aveva risolto la questione, utilizzando dei cateteri e silicone era riuscita a costruire una protesi che da lontano poteva ingannare, per questo era costretta a fare vita raminga, andando ad ingrossare le fila dei barboni, ma tenendosene ben lontano, ad evitare che qualcuno la denunciasse per un misero piatto di pasta.
In quegli anni aveva messo in pratica le nozioni apprese sui vegetali e sugli animali, lei che aveva aborrito gli archetti dei bracconieri aveva imparato a costruirli, ma l’antico amore per la natura non le permetteva di far soffrire più del necessario quelle piccole bestiole, era sempre nei pressi della trappola, e quando questa scattava bloccando la preda, vi si precipitava con quanta più circospezione poteva, spezzandole il collo.
Le sue riflessioni furono interrotte dai primi goccioloni di quello che si preannunciava un temporale con i fiocchi, osservò con più attenzione il territorio, ormai l’acqua scorreva a catinelle, si maledì ancora una volta per aver scordato il cappello!
Proseguì a passo svelto, raggiungendo una casa semidiroccata, una di quelle case cantoniere che erano lungo i binari, solo che adesso i binari erano divelti, ne aggirò il perimetro con cura e vi entrò attraverso una finestra rotta, dentro c’era odore di muffa e di escrementi secchi. Sbuffò, arricciando il naso, ma di quei tempi doveva accontentarsi, cercò un posto asciutto abbastanza nascosto, che le permettesse di tenere d’occhio le entrate e la possibilità di sgattaiolare fuori senza troppo fracasso. Prese dallo zaino un po’ di pane ed alcune radici che aveva raccolto il giorno avanti, il pane era duro ma ancora buono e le radici avevano un vago sapore di nocciola, il temporale fuori si scatenava in tutta la sua furia, pensò che per quella notte avrebbe dormito tranquilla, anche se ormai il suo istinto non le avrebbe permesso di dormire con entrambi gli occhi chiusi.A più riprese i tuoni la svegliarono, poi un suono inusuale allertò i suoi sensi, un elicottero.
Usci dal casolare abbandonato e dal riparo di un sambuco vide passarne altri, doveva essere successo qualcosa di grave, d’altronde si trovava nella Valtellina e ricordava ancora chiaramente l’alluvione del 1987. Doveva muoversi, non poteva restare lì col rischio di farsi scoprire, chiuse bene lo zaino, se lo assestò sulle spalle, e si allontanò nella direzione opposta a quella dell’elicottero.
Continuò a camminare sotto la pioggia, inerpicandosi per i sentieri, oltrepassò alcuni vecchi cartelli stradali, tutti arrugginiti e che a stento stavano in piedi sotto le raffiche di vento, “Mad i ano”... Lesse le uniche lettere chiare, continuò ad andare verso Nord, evitando i sentieri troppo ripidi, non voleva certo ritrovarsi in una tormenta di neve. Ormai gli scarponi erano diventati due barche, e ogni passo le pesava, iniziava ad albeggiare, si fermò sotto uno spuntone di roccia a riprendere il fiato e a levarsi l’acqua dagli occhi.
Due minuti, aveva chiuso gli occhi solo per due minuti, non poteva essere già mattina! Il sole splendeva sul paesaggio che mostrava tutti gli affronti in quella mattina dopo una tempesta come poche negli ultimi anni, si massaggio le mani fredde, il paesaggio era lo stesso del giorno prima… ma sulla strada i cartelli stradali erano ben tenuti… una debole speranza iniziò a farsi largo nei suoi pensieri, la fretta del cuore frenata dalla logica della mente “piano, non correre, fai attenzione” scese dal sentiero sulla strada, “Brusio” “Viano” “Piazzo” “Miralago” leggendo la speranza divenne una certezza, ERA SALVA!
La Svizzera aveva mantenuto la sua neutralità, ed in un imprecisato istante di quella notte aveva passato il confine.

(da un idea di SerialLicker, quì)

7 commenti:

  1. che bel racconto Nadir!
    buona domenica

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  2. essendo uomo pensavo di farmi musulmano, magari con una laurea mi farebbero gestire qualcosa, magari riusciremmo a farci mettere nella dichiarazioni dei redditi per l'8 per mille. In ogni caso petrolio oggi petrolio domani magari un giorno qualche paese arabo si compra sul serio l'Italia.
    Non c'è niente da fare per contrastare l'entropia.
    ciao.
    bellissimo il racconto, l'ho letto d'un fiato e scorre benissimo, forse la parte del catetere non è molto aulica! però mi ha fatto sbellicare dalle risate :-D

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  3. Ciao, il tuo blog è molto interessante,vorrei proporti uno scambio link con il mio. Fammi sapere se per te va bene. Ciao e grazie

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  4. Splendido..
    Dipinto meravigliosamente, come solo tu sai fare.. Mi è sembrato di vederlo scorrere come le scene di un film.. :)

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  5. Grazie per i complimenti, ovviamente mi fa piacere che lo troviate bello e soprattutto scorrevole :-)

    amoleapi, non sarà aulica, ma io la trovo perfetta ;)

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  6. fracesco, benvenuto e grazie per trovare il mio blog interessante :)

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